Posts contrassegnato dai tag ‘TV’

Lost

Diciamo subito che il finale di Lost è stata la cosa più deludente vista negli ultimi dieci anni di televisione.

J.J. Abrams è un talento indiscusso, su questo non ci piove. Ha partorito quella genialata di Cloverfield (progetto comprensivo della migliore campagna pubblicitaria sul web che io abbia mai potuto vedere), ha soffiato via la polvere sotto cui era rimasta sepolta la serie di Star Trek, ha creato Fringe, in cui tutti riponiamo la speranza di vedere un erede di X-Files. E poi c’è Lost, la serie che ha conquistato milioni di spettatori in tutto il mondo con le sue trovate e i suoi misteri, fino a perdersi in quell’immenso buco nero di sceneggiatura che fu il suo finale di stagione.

Credo che tutti i fan della serie, una volta finito di vedere la puntata finale, abbiano levato nel cielo un coro inneggiante una semplice e breve domanda: Abrams, ma che cazzo hai fatto???

Per intenderci, un fan ha speso un totale di sei anni vivendo ogni settimana una febbrile attesa, chili di quell’ansia mista ad emozione, e impazienza di sapere cosa sarebbe successo dopo. E in quei fottutissimi ultimi 18+1 episodi finali, tu decidi di prendere tutti per il culo e non spiegare niente di quelle fantastiche figate con cui ci hai inchiodato alla poltrona nelle serie precedenti? Abrams, ti voglio bene e ti ringrazio, ma sei stronzo o che cosa?!?

Lost è nata come una serie che raccontasse qualcosa che nessun telefilm si fosse mai permesso di raccontare, doveva regalare alla comunità nerd mondiale un lungo ed immenso copione da imparare a memoria e citare senza sosta facendo a gara per vedere chi è quello con meno vita sociale.

Non gli si è mai chiesto di avere una logica. Non gli si è mai chiesto di essere credibile, tutto quello che volevano i fan era che il cerchio si chiudesse e che tutte le sottotrame e i misteri impossibili che spesso si vedevano accadere venissero mostrati in modo chiaro.

Abrams, mi hai fatto capire che su quell’isola ci fosse un mostro pronto a spaccare il culo anche a King Kong; mi hai mostrato video del progetto Dharma a profusione e mi hai fatto credere che fosse un progetto volto a un fine superiore (e se si fosse rivelata una gigantesca candid camera sarebbe stato ancora più geniale); mi hai fatto credere che ci fosse un ragazzino che materializzava i suoi desideri come nell’episodio del film di Ai Confini della Realtà; hai fatto viaggiare un uomo nel tempo e mostrato un congegno che poteva distruggere l’intero pianeta.

Poi magari hai perso il quaderno degli appunti, forse ti ha lasciato la ragazza o magari, come per Paul McCartney, hanno piazzato al tuo posto un bel sosia in modo da nascondere al mondo la tua prematura dipartita. Ma perchè di tutti gli sbocchi che potevi usare per chiudere la serie col botto, hai dovuto prendere proprio quell’unico, piccolo e poco illuminato vicolo cieco della spiritualità e della religione? Il bene e il male in lotta?!? Ma in lotta per cosa di preciso? per quella quarantina di anime di persone che immancabilmente dopo poche puntate si trasformavano da eroi senza macchia a incredibili pezzi di merda? Sul serio nel tuo vulcanico cervello macina idee è risultata vincente l’idea di due semidivinità che fanno tutto quel casino per quaranta anime o giù di lì? Io così su due piedi arrivo a pensare che ci si guadagnerebbe di più a vendere tutti e 101 i cuccioli di dalmata a Crudelia Demon, almeno lei se li viene a prendere comodamente a casa tua, e non ti chiede certo di spedirli inutilmente su un isola sperduta, e un centinaio di cani valgono di più di quei quattro relitti umani che hai voluto rendere famosi facendoli recitare nella tua serie.

J.J. Abrams, se mai ritrovassi il rotolo di carta igenica dove prendevi i tuoi appunti per la serie di Lost, e fosse concessa l’immensa fiducia che servirebbe a produrre un’ultima e riparatoria stagione della serie, eccoti due idee non male da riprendere in mano:

Se c’è un mostro deve essere un mostro. Spaventoso, enorme e carnivoro (o anche terribilmente cattivo poteva andare bene). Il progetto Dharma dovrebbe avere un senso solo per cinque persone in tutto l’universo (magari di queste cinque persone solo una potrebbe risultare umana) e la scoperta di quel segreto dovrebbe svelare verità incredibili (possibilmente ricollegabili a misteri che nel mondo reale ancora non sono stati risolti). Chi ha inventato la teoria del viaggio nel tempo non credo si offenderà se la si collegata al magnetismo dell’isola, e sarebbe anche meglio fargli fare qualche danno apocalittico a questo benedetto magnetismo (è poco credibile credere che una forza capace di muovere un’isola si possa imbrigliare con un bottone e un timone di legno). E per quanto riguarda Walt…ma santo Dio, l’aveva scritta qualcun’altro vent’anni fa quella storia…se vuoi copiarla o ispirartici fallo, ma fallo bene e arriva a una conclusione (o qualcosa che almeno gli si avvicini).

Forse ti hanno costretto a chiudere in malo modo la serie, perchè sembra davvero che un paio di queste chicche le hai poi scaricate su Cloverfield e il risultato mi ha fatto godere a più non posso. Forse in tutti i tuoi film stai scaricando un pò di idee incompiute che non hanno trovato spazio in Lost, e se è così correrò a vedere Super 8 alla prima occasione.

Comunque ti stimo, perchè sei e resterai sempre uno dei più grandi talenti visionari del cinema e della sci-fi in general.

E’ vero, prima o poi tutte le cose belle tendono a finire. Eppure in Kevin Smith voglio credere ancora.

Ok, non è altro che un nerd cafone che ha finito per diventare di tendenza, ma le trovate dei suoi film sono e resteranno uniche e indimenticabili per molto tempo (non ci si ritrova mica a ridere da soli per una scoreggia tirata a caso). E credo che, se mai un giorno venisse creato un corso di autostima per sfigati, la visione della trilogia del New Jersey dovrebbe essere materia di esame.

A un certo punto, però, anche Kevin Smith pensa di essere arrivato dove voleva arrivare, e i successi ottenuti in praticamente ogni campo in cui si è cimentato gli darebbero anche ragione, non fosse per quella macchia indelebile di medie dimensioni avente nome “Zack & Miri makes a porno”, film partorito dal nostro poliedrico Kevin nel lontano 2008. Tra l’altro, una menzione va ai furbissimi distributori italiani, che non solo importano il film nel nostro paese con 3 anni di ritardo, ma trasformano il titolo in “Zack e Miri: amore al primo sesso”. Ora: si può anche soprassedere sul timore di non incassare abbastanza importando una commedia incentrata su un porno amatoriale in un paese dove a ogni buca della Salerno-Reggio Calabria si potrebbe assegnare il nome di uno scandalo a sfondo sessuale scoperto dentro i nostri confini nazionali, ma questo sfrenato bisogno di storpiare il nome per la traduzione del titolo di un film come cazzo si spiega?

Cari i miei distributori, vi siete mai fermati a considerare quante coppie si siano sentite prese per il culo vedendo che l’amore al primo sesso non è altro che il vostro ennesimo stratagemma per convincere anche dei dodicenni a vedere un film che di romantico ha veramente pochino?

Se a questa domanda non sapete dare una risposta, è giusto continuare a intasare gli schermi con facce da Garko e da Scamarcio, ma cercate di fare una buona azione e dopo aver prodotto centinaia di metri di costosissima pellicola, andate sul cavalcavia più alto che trovate e impiccatevici.

Chiarito questo concetto, si può tornare al film, che senza dubbio è gradevole e racchiude un paio di scene niente male, ma non è quello che ti aspetti di vedere da un film di Kevin Smith. E lo tsunami di risate non arriva mai.

Sicuramente ai fan del registra sarà mancato lo splendido Silent Bob (anche lui martoriato nel nome dai nostri distributori sapientoni), e a Kevin Smith non posso che dare questo consiglio: fai bene a non restare attaccato alle solite chicche che ci hanno fatto entrare i tuoi film nel cuore, ma Silent Bob non aveva ancora finito di farci ribaltare dalle risate, e fare un film senza di lui, è stato come andare a puttane con un milione di dollari e chiedere degli abbracci.

Da parte mia comunque, resta sempre una stima infinita nei tuoi confronti Kevin e sono abbastanza convinto che dopo aver visto questo film tu abbia imparato la lezione.

Mi mancate ragazzi, tornate presto!!!

Inanzitutto, lui ne sa…e parecchio.

Inoltre:

1. Le saghe horror migliorano esponenzialmente quando il protagonista diventa palesemente immortale, invulnerabile e con una forza capace di estrarre un cuore umano a mani nude e senza batter ciglio (e fanculo se certe cose possono essere ridicole, un vero fan a personaggi del genere si affeziona e non chiede di meglio che un killer fantasiosamente spietato).

2. H.P. Lovecraft, per me sei un Dio. Forse anche meglio, perchè il tuo vangelo lo hai scritto di tuo pugno invece che appaltarlo ad altri, e il risultato merita la stima di tutti i lettori del mondo.

3. Rod Serling: aver creato “Ai confini della realtà” è come avermi regalato un posto in prima fila per assistere alla nascita dell’universo. Grazie di cuore per tutto.

4. Stan Lee: senza di te la Marvel non è la stessa, ma ti adoro comunque (come adoro voi Jack e Steve!).

5. La fine di Lost è stata una cagata terrificante, proverò a non rivelare spoiler per rispetto di chi non ha ancora visto il finale (ammesso che esista ancora qualche persona), ma è stato davvero doloroso, come tornare a casa con una proposta di matrimonio e beccare la tua fidanzata a letto con il tuo migliore amico. J.J. Abrams: ti ringrazio per Cloverfield, probabilmente recupererai dei punti con Super 8, ma quella serie del cazzo potevi chiuderla meglio anche se ti fossi drogato (ma forse se ti fossi drogato alcune idee fighissime delle prime stagioni le avresti anche spiegate a noi poveri coglioni).